La genitorialità è molto di più dell’essere genitori

"I mestieri più difficili in assoluto sono nell'ordine il genitore, l'insegnante e lo psicologo" (S. Freud).

Nello sviluppo di un figlio, un genitore si trova a dover costantemente modificare le proprie funzioni genitoriali. Non si è genitori una volta per tutte! Le competenze genitoriali si modificano nel tempo secondo i cambiamenti individuali. Una madre può accudire il proprio figlio di 3 mesi nei momenti del pasto ma essere in difficoltà quando a 12 mesi il bambino vorrà rendersi autonomo e iniziare a mangiare da solo, impasticciando il tavolo!

Così ancora differenti sono le funzioni genitoriali in età prescolare e/o in età scolare quando nascono le prime relazioni con i pari, oppure quando in adolescenza assumono comportamenti di opposizione.

In ogni fase è bene che la genitorialità diventi generativa! Garantire un approccio sempre positivo nel processo educativo! Come?

Approcci Positivi:

  • Una famiglia vive spesso situazioni di stress e tensione: facciamo in modo che diventino opportunità per dare al bambino insegnamenti preziosi.
  • Creare un’atmosfera di sostegno da farlo sentire al sicuro anche se commette errori e sarà spronato a fare meglio.
  • Comprendere cosa il bambino prova e pensa nelle diverse situazioni che vive.
  • Tentare di assumere un atteggiamento mentale che miri alla risoluzione dei problemi piuttosto che un approccio punitivo.

Ognuno di noi ha un ruolo importante affinché "Il minore deve essere pienamente preparato ad avere una sua vita individuale nella società ed educato in uno spirito di pace, di dignità, di tolleranza, di libertà, di uguaglianza e di solidarietà." – Preambolo, Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (cfr pagina 13).

 

La genitorialità è molto di più dell’essere genitori. Un percorso difficile, crescere un figlio significa avventurarsi in un territorio inesplorato, con eventi spesso imprevedibili e in cui non sempre sappiamo come comportarci, ma soprattutto in cui la nostra capacità genitoriale viene messa a dura prova.

Per questo aiutarsi significa sostenere il proprio figlio. Sostegno alla genitorialità, educazione alla genitorialità, permette alla coppia o al genitore unico di affrontare in modo più sereno momenti di difficoltà da un punto di vista affettivo, relazionale e comunicativo. Questo è particolarmente importante nelle fasi di sviluppo del bambino, ma anche in presenza di separazioni o divorzi, adolescenza e comportamenti problematici.

 

La Dottoressa Sara QUATRANA  fornisce assistenza per le domande e le sfide più comuni. Per ricevere ulteriori informazioni o risolvere dubbi, vi invitiamo gentilmente a compilare il modulo di contatto. Il nostro studio si impegna a rispondere nel minor tempo possibile. Se desiderate prenotare un appuntamento presso il nostro studio in via Aldo Moro 196 a Frosinone, vi invitiamo a contattarci al numero 347.9122528.

 

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Non voglio andare a scuola!

 

Tutti noi conosciamo le ‘scenate’ di genitori e figli all’entrata della scuola dell’Infanzia o della Scuola Primaria o nei casi più gravi si osservano crisi di pianto anche quando il genitore si allontana per poco tempo dal proprio figlio o perché deve andare a lavoro! 

La presenza di ansia o di paura della scuola, nei limiti, è una manifestazione normale nei bambini, solo alcuni arrivano a vivere un’ansia eccessiva da creare un vero e proprio rifiuto.

La fobia della scuola può essere chiamata anche “rifiuto della scuola”.

Quali possono essere le manifestazioni del disturbo?

  • Ansia intensa al momento dell’uscita di casa o dell’ingresso a scuola.
  • Se portato vicino la scuola può manifestare panico e una forte insistenza per rientrare a casa.
  • Spesso i sintomi possono già presentarsi dalla sera prima; “mamma non portarmi a scuola domani!”
  • Al di fuori di tutte quelle situazioni che riconducono al contesto scolastico, il bambino è tranquillo.
  • Sintomi somatici come mal di pancia, mal di testa, nausea.
  • Di fronte a tentativi di costrizione la situazione si aggrava ancor di più;
  • Può capitare che il bambino entri in classe, ma l’angoscia è così presente che egli può scappare via, oppure può raggiungere uno stato di agitazione così forte da sfociare in condotte aggressive e auto–aggressive.

Cosa è fondamentale fare?

- Non sdrammatizzare ciò che il bambino sta vivendo

- Non sminuire il suo vissuto

- Concedere un periodo di stop alla scuola;

- Preoccuparsi più della sofferenza del bambino che delle assenze;

- Avere fiducia nel bambino e nelle sue risorse;

- Rivolgersi all’esperto

 

È importante sottolineare che il persistente rifiuto del bambino di andare a scuola può essere un sintomo del Disturbo di Separazione, ma nei casi in cui, la paura di andare a scuola non è riconducibile all’angoscia per la separazione dal proprio genitore potrebbe essere un segnale di Fobia Sociale.

 

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